Come caricare il telefono senza caricabatterie
Il tuo smartphone è perennemente scarico? Da oggi è possibile ricaricarlo semplicemente imponendovi sopra le mani per far transitare l’energia.
A parte gli scherzi (ma non troppo), i dispositivi smartphone hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione tecnologica, ci hanno infatti affrancato dal computer, consentendo di effettuare diverse operazioni che prima richiedevano molto dispendio di tempo e risorse, non ultimo il fatto di dover in qualche modo, anche per leggere un’e-mail, dover essere stanziali in un posto. La tecnologia si è evoluta, non solo da un punto di vista dell’hardware, ovvero concentrare in un dispositivo che sta in una mano, processori molto evoluti che qualche anno prima erano ospitati in enormi case di metallo, sia da un punto di vista del software dove la logica del design ha trasformato l’ambiente “scrivania” dello schermo del computer nella logica dell’app, ovvero ciò che mi serve sotto un dito, a portata di touch. Dunque, tecnologia e portabilità in un solo posto, sempre a disposizione.
L’unico neo in tutto questo è rappresentato dall’energia, la durata della batteria. Il concetto della tecnologia portatile porta con sè la necessità che possa essere alimentata, sempre e comunque. In questo senso, il limite del nostro smartphone, per quanto possa essere tecnologico e avanzato risiede nella batteria. Oggi, il mercato si è adeguato con una serie di possibili alternative alla classica “presa di corrente” ovvero al famoso “caricabatterie da viaggio” (che non è stato mai da viaggio) che altro non è che una presa di corrente con trasformatore interno che converte la “220” in una a 5Volt che è la classica tensione che emette una comune presa USB 2.0 di un qualsiasi dispositivo, computer o altro. Dunque, il mercato offre ad esempio svariati erogatori di corrente che sfruttano l’accendisigari dell’automobile.
L’accendisigarette dell’auto è riciclabile per ricaricare il telefono: vi sono molti modelli di convertitore, addirittura a più porte USB; oltre al telefono si può caricare anche il tablet. Inoltre, molte automobili di moderna concezione presentano direttamente delle porte usb nel cruscotto.
Da qualche anno, vi sono in giro delle batterie associate in serie, di tipo “18650” che sono allocate in dei minicase di plastica e finiscono con delle porte usb. Ve ne sono di svariati tipi e modelli, sono comunemente chiamati Power Bank, ovvero una riserva aggiuntiva di energia per il proprio smartphone, ve ne sono diversi modelli, con alcuni è possibile caricare fino a tre telefoni contemporaneamente, presentano indicatori di carica e addirittura lampadina tascabile.
Ma non finisce qui; vi sono in commercio dispositivi OTG, cavi e pen drive che mettono in comunicazione uno smartohone con un altro, con la possiblità di spostare file/dati alla velocità di 480Mbps.
Se siete amanti dei cartoni animati di una volta, vi sono gli alimentatori alla Hanna-Barbera, “modello Flinstone”, dei rudimentali caricatori a manovella dove l’elettricità proviene da una dinamo, certo. A parte le battute, può essere una soluzione ma non ci aspettiamo una corrente stabilizzata per il nostro smartphone, potrebbe essere dannoso ma in estreme condizioni può essere un rimedio assolutamente indispensabile. Vi sono poi i charger con pannelli solari e, non ultimo, un ritrovato della creatività, il caricabatterie a energia eolica. Diciamo che quest’ultimo rimedio, a patto di non abitare a Fuerteventura dove c’è sempre vento ci vede in auto con il braccio fuori dal finestrino; un rimedio sicuramente efficace per la ricarica del telefono, ma poco salutare per la nostra cervicale. La nuova frontiera della ricarica “mobile” sono ricerche su abiti che sfruttano l’energia cinetica sviluppata dall’interazione corpo/tessuto. Insomma, la pila umana che ricorda parecchio il concetto del film Matrix è l’ultima frontiera della ricarica itinerante. Poi, certo, si può evitare di essere sempre connessi, lasciare che il nostro smartphone lentamente si avvizzisca, sederci e leggere un buon libro cartaceo davanti al caminetto… Ma come rinunciare alla nostra agenda elettronica, sincronizzata su tutti i nostri device?
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.